asperimenti

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Romero il paladino dell’anti-western

Saperi liberi si arricchisce di un nuovo contributo!

“[…]Se Walter Hill, il padre degli Warriors (trad. it. I guerrieri della notte, 1979) proprio in riferimento a quella sua pellicola come ad altre di ambientazione urbana sostiene di aver sempre e comunque girato dei western, cioè dei film che mettono in scena un conflitto valoriale elementare rappresentato dai cavalieri buoni in lotta contro l’ambiente ostile (canyon nel deserto da cui sbucano i pellerossa o angoli bui delle strade di New York da cui sbucano le bande rivali, che importa?), allora Romero è sempre stato il paladino dell’anti-western, cavalcando dall’inizio a fianco degli Indiani (gli zombie) con il suo personale Winchester in mano, ovvero quella macchina da presa con cui ha impallinato nel corso di quarant’anni stereotipi di “razza” e genere, miti come la violenza necessaria e catartica o la scienza “progressista”, istituzioni come la famiglia le forze dell’ordine e l’esercito.[…]

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Lo sguardo dalla torre

2° incontro Liberi Saperi

Giovedì 28 Giugno h 21.00 al Circolo dei Malfattori

Günther Anders, LO SGUARDO DALLA TORRE, ne discutiamo con il curatore Devis Colombo

Günther Anders (1902-1992) filosofo tedesco, scrittore, attivista e teorico del movimento antinucleare, è stato uno dei più radicali critici della civiltà tecnologica e della società dei consumi. Con l’avvento di Hitler al potere fu costretto all’esilio per motivi politici e razziali, diventando oppositore di ogni forma di totalitarismo. Non soltanto di quello fascista, a noi più noto, ma anche di ciò che Anders definisce “totalitarismo tecnologico”, a causa del quale gli uomini – asserviti a un sempre più crescente mondo delle macchine che determina la loro esistenza e il loro destino – smarriscono la propria autonomia, perdendo così la capacità di agire attivamente nella società e nella storia. Read the rest of this entry »

La forza dell’immaginazione e dell’imitazione: isole e derive culturali

di Fabrizio Eva

www.fabrizio-eva.info

L’immaginazione degli esseri umani è fervida e molto spesso si diventa ostaggio di essa.

Jim Giles in un articolo su New Scientist (tradotto da Internazionale del 23/29 luglio 2010, pp. 51-52), cita l’economista David Hirshleifer che nel 1993 ha scritto “più sentiamo o leggiamo una notizia e più la consideriamo vera”. Il meccanismo mentale per cui si crede che quello che è pensato o ripetuto continuamente sia vero può essere analizzato e compreso a partire dal concetto di meme, “egoista” come il gene, elaborato da Richard Dawkins (1995). Il meme-idea è “l’unità di trasmissione culturale o unità di imitazione” (ibid, p. 254), “una entità, il meme-idea, che è capace di essere trasmessa da un cervello all’altro” (ibid, p. 258) “l’imitazione, in senso lato, è il modo in cui i memi possono replicarsi” (ibid, p. 256).

In pratica un meme-idea è qualsiasi cosa che ci entra nella mente (e nella memoria), spesso senza che ce ne rendiamo conto, e che progressivamente si accumula per formare l’insieme delle nostre opinioni, convinzioni, valori, identità, percezioni, ecc. ecc.. Anche i nostri studi e le cose che impariamo (per nostra volontà o inconsapevolmente) si comportano come dei memi, e cioè tendono non solo a consolidarsi nella nostra mente, ma anche a replicarsi in altre menti grazie alla trasmissione (cosciente o no) che ne facciamo noi stessi con parole e azioni.

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Fatti i libri tuoi!

Nel lontano novembre  2010, in una grigia e scura serata autunnale, si tenne una singolare iniziativa: una serata di autocostruzione libraria!

Il tema era dominio, potere e autorità; ognuno era stato invitato a portare ritagli di giornale, foto, fotocopie di libri, cartone, carta e quant’altro. Insomma qualsiasi cosa potesse tornare utile alla “costruzione” di un libro. L’obiettivo, quello di riflettere su argomenti e concetti normalmente trattati attraverso seminari e letture, attraverso un’esperienza pratica che permettesse l’emergere delle sensibilità individuali.

Oggi, a distanza di quasi due anni, intristiti alla vista delle opere stupende prodotte quel giorno, “abbandonate” in un cassetto; oggi, dicevamo, abbiamo deciso di dare nuova vita a tali lavori o meglio di dargli una seconda vita digitale, sperando che le derive nate quel giorno siano fonte di ispirazione per altri.

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UN CALEIDOSCOPIO DI SIGNIFICATI, SIMBOLI ED ESPERIENZE UMANE: L’IDENTITÀ METICCIA FRA SFRUTTAMENTO E SOLIDARIETÀ.

Le relazioni di dominio, specialmente quelle più profonde, nella maggior parte dei casi si sottraggono alla nostra vista o, più in generale, alla nostra percezione. Dopo aver acquistato pomodorini campani o arance siciliane al supermercato sotto casa, usciamo con un sorriso di soddisfazione per il risparmio guadagnato o per un’offerta conveniente che mai avremmo immaginato di trovare. Ugualmente sfuggono alla nostra immaginazione anche i processi di coltivazione, raccolta e trasporto che permettono alla nostra frutta o verdura di essere smerciata a prezzi tanto concorrenziali. Chi sono le persone in carne e ossa che sudano sotto il sole delle campagne, quali le loro condizioni di vita e quali i trattamenti riservati loro dalle imprese?

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Sulla comunità – Spunti dalla ex-Cuem

T : Ma quindi, noi siamo una comunita´?

S : Secondo me si..e´ difficile esserlo, ma le cose che ti fanno capire di esserlo sono molto semplici.

N : Lo siamo, nella misura in cui manteniamo un´apertura sul nostro orizzonte, fino a quando non ci diamo una forma determinata. Per questo che le cose, qui dentro, sono cresciute con una spontaneitá che proveniva dal singolo: la volontá, l´amore di ognuno, che, trasformati nel momento in cui sono messi in comune, contaminavano e accrescevano la voglia e l´amore di tutti coloro che IN QUEL MOMENTO condividevano la forma-comunitá.

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L’altra città

L’altra città, quella vera non quella che vorrebbe chi governa seduto sulla poltrona, non quella della repressione e delle telecamere, non quella delle false notizie sui giornali, la città vera , quella della strada , quella dell’incontro e dello scontro fra differenti culture, quella meticcia.

Questo film documentario prima di tutto racconta in presa diretta come può essere facile se ci sleghiamo dai preconcetti incontrarsi fra culture diverse, come basti un campo da calcio un pallone per abbattere i muri creati dal razzismo e l’indifferenza.

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Il ribelle

“Il Ribelle. Guido Picelli, un eroe scomodo” un film di Giancarlo Bocchi

Il documentario di Giancarlo Bocchi ricostruisce l’appassionante biografia di Guido Picelli la cui epopea non è ricostruita tramite la classica forma d’intervista, ma tramite l’assemblaggio di materiali di repertorio come fotografie, giornali, lettere e filmati d’epoca che opportunamente risonorizzati, vengono accompagnati dalla voce narrante di Valerio Mastrandrea e di Francesco Pannoffio, il quale interpreta la voce di Picelli.

Il lavoro di documentazione, che come forma di rappresentazione predilige quella visuale a quella scritta, è frutto di intense ricerche d’archivio sia in Europa che negli Stati Uniti e ha reso possibile il ritrovamento di pellicole inedite e documenti segreti. Il linguaggio così ottenuto, pur risultando epico, mira a creare una biografia che tramite parole ed immagini rende giustizia ad un rivoluzionario poco conosciuto, estraneo alle strategie e alle tattiche di partito, espressione di un sentimento popolare di rivolta sia nei confronti del fascismo mussoliniano che nel comunismo stalinista.

Più uomo d’azione che teorico, praticò a Parma quello che era stato teorizzato come fronte unico popolare, fondendo negli Arditi del Popolo le forze proletarie che andavano dagli anarchici ai popolari e, senza aspettare le direttive dei partiti si opposero, vincendo, alla spedizione guidata prima da Farinacci e successivamente da Balbo.

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Venerdì 11 maggio bandiera nera sull’Ucraina

venerdì 11 maggio h21 @Circolo dei Malfattori

Nestor Machno, bandiera nera sull’Ucraina con Mikhail Tsovma, storico russo

A poco meno di un secolo dagli eventi, è ora possibile ricostruire nella sua complessità la storia della Rivoluzione russa, al di là dei miti e dei racconti dei vincitori. Un’attenzione particolare, anche per le dimensioni del fenomeno, è stata data all’anarchico ucraino Nestor Machno e al movimento contadino, denominato machnovscina, che tra il 1917 e il 1921 coinvolse una vasta regione dell’Ucraina. Fu proprio questa grandiosa jacquerie libertaria la vera protagonista della rivoluzione in quella parte dell’ex impero russo. Per i suoi esperimenti di autogestione e democrazia diretta e per quella guerriglia partigiana che combatté vittoriosamente.

Ecco un contributo alla presentazione del libro Nestro Machno: bandiera nera sull’Ucraina

Mercoledì 9 maggio – storia di una strage e di un romanzo

mercoledì 9 Maggio 2012 h21 .00 @Circolo dei Malfattori
Piazza Fontana: una strage senza colpevoli: dalla realtà al “romanzo di una strage”
ne discutiamo con
Luciano Lanza giornalista, compagno di G. Pinelli nel gruppo “Ponte della Ghisolfa”, autore del libro “Bombe e segreti”
Claudia Pinelli figlia di Giuseppe Pinelli

via Torricelli 1 9 – mm2 romolo – tram 3 – bus 90
malfattori.noblogs.org – malfattori@inventati.org

12 dicembre 1969: strage alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano, 17 morti e quasi 100 feriti.
15 dicembre 1969: l’anarchico Giuseppe Pinelli viene defenestrato dal quarto piano della questura di Milano.
Le indagini della polizia sono a senso unico: il colpevole è Pietro Valpreda con gli anarchici complici, ma una grande
controinformazione contesta fin da subito queste falsità.
43 anni dopo un film, “Romanzo di una strage”, riapre la discussione in modo contraddittorio. Che cosa c’è di vero e di falso
nel film, quanto verosimile è il racconto che ne fa il regista, chi era veramente il commissario Luigi Calabresi e che ruolo ha avuto
nell’intera vicenda, che cosa resta da accertare di questa strage, dopo le conclusioni del giudice Salvini, che continua a segnare
drammaticamente la nostra storia? Queste sono alcune delle domande che verranno dibattute nel corso dell’incontro.
Di certo quel tragico 12 dicembre segna la fine di un periodo di grandi rivolgimenti culturali iniziato nel ’68 e contemporaneamente
l’inizio di una delle fasi più critiche dell’Italia repubblicana. Ma in questa storia ci sono vittime e carnefici, ben distinti, non
dimentichiamolo.