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Romero il paladino dell’anti-western

Saperi liberi si arricchisce di un nuovo contributo!

“[…]Se Walter Hill, il padre degli Warriors (trad. it. I guerrieri della notte, 1979) proprio in riferimento a quella sua pellicola come ad altre di ambientazione urbana sostiene di aver sempre e comunque girato dei western, cioè dei film che mettono in scena un conflitto valoriale elementare rappresentato dai cavalieri buoni in lotta contro l’ambiente ostile (canyon nel deserto da cui sbucano i pellerossa o angoli bui delle strade di New York da cui sbucano le bande rivali, che importa?), allora Romero è sempre stato il paladino dell’anti-western, cavalcando dall’inizio a fianco degli Indiani (gli zombie) con il suo personale Winchester in mano, ovvero quella macchina da presa con cui ha impallinato nel corso di quarant’anni stereotipi di “razza” e genere, miti come la violenza necessaria e catartica o la scienza “progressista”, istituzioni come la famiglia le forze dell’ordine e l’esercito.[…]

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UN CALEIDOSCOPIO DI SIGNIFICATI, SIMBOLI ED ESPERIENZE UMANE: L’IDENTITÀ METICCIA FRA SFRUTTAMENTO E SOLIDARIETÀ.

Le relazioni di dominio, specialmente quelle più profonde, nella maggior parte dei casi si sottraggono alla nostra vista o, più in generale, alla nostra percezione. Dopo aver acquistato pomodorini campani o arance siciliane al supermercato sotto casa, usciamo con un sorriso di soddisfazione per il risparmio guadagnato o per un’offerta conveniente che mai avremmo immaginato di trovare. Ugualmente sfuggono alla nostra immaginazione anche i processi di coltivazione, raccolta e trasporto che permettono alla nostra frutta o verdura di essere smerciata a prezzi tanto concorrenziali. Chi sono le persone in carne e ossa che sudano sotto il sole delle campagne, quali le loro condizioni di vita e quali i trattamenti riservati loro dalle imprese?

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L’altra città

L’altra città, quella vera non quella che vorrebbe chi governa seduto sulla poltrona, non quella della repressione e delle telecamere, non quella delle false notizie sui giornali, la città vera , quella della strada , quella dell’incontro e dello scontro fra differenti culture, quella meticcia.

Questo film documentario prima di tutto racconta in presa diretta come può essere facile se ci sleghiamo dai preconcetti incontrarsi fra culture diverse, come basti un campo da calcio un pallone per abbattere i muri creati dal razzismo e l’indifferenza.

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Il ribelle

“Il Ribelle. Guido Picelli, un eroe scomodo” un film di Giancarlo Bocchi

Il documentario di Giancarlo Bocchi ricostruisce l’appassionante biografia di Guido Picelli la cui epopea non è ricostruita tramite la classica forma d’intervista, ma tramite l’assemblaggio di materiali di repertorio come fotografie, giornali, lettere e filmati d’epoca che opportunamente risonorizzati, vengono accompagnati dalla voce narrante di Valerio Mastrandrea e di Francesco Pannoffio, il quale interpreta la voce di Picelli.

Il lavoro di documentazione, che come forma di rappresentazione predilige quella visuale a quella scritta, è frutto di intense ricerche d’archivio sia in Europa che negli Stati Uniti e ha reso possibile il ritrovamento di pellicole inedite e documenti segreti. Il linguaggio così ottenuto, pur risultando epico, mira a creare una biografia che tramite parole ed immagini rende giustizia ad un rivoluzionario poco conosciuto, estraneo alle strategie e alle tattiche di partito, espressione di un sentimento popolare di rivolta sia nei confronti del fascismo mussoliniano che nel comunismo stalinista.

Più uomo d’azione che teorico, praticò a Parma quello che era stato teorizzato come fronte unico popolare, fondendo negli Arditi del Popolo le forze proletarie che andavano dagli anarchici ai popolari e, senza aspettare le direttive dei partiti si opposero, vincendo, alla spedizione guidata prima da Farinacci e successivamente da Balbo.

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Quella strage è diventata un romanzo

Questa è un’anticipazione della recensione di “Romanzo di una strage” che uscirà sul prossimo numero di A rivista anarchica.

 

di Luciano Lanza

Non sappiamo che cosa sia successo in quella stanza, ma sappiamo che i poliziotti (Vito Panessa, Giuseppe Caracuta, Carlo Mainardi, Pietro Mucilli) e il capitano dei carabinieri Savino Lograno si sono più volte contraddetti. Tanto che si passa dal gesto di Pinelli che si butta gridando «È la fine dell’anarchia» fino al cosiddetto «malore attivo» del magistrato Gerardo D’Ambrosio. Questo magistrato sostiene che Calabresi non era nella stanza quando Pinelli «vola» dalla finestra ma un altro fermato Pasquale «Lello» Valitutti sostiene di non aver visto uscire Calabresi e soprattutto che poco prima della mezzanotte ha sentito dei rumori provenire da quella stanza che «in altro luogo avrei definito rumori di una rissa».
Nel film di Marco Tullio Giordana Romanzo di una strage (ma anche negli atti giudiziari) Calabresi non è nella stanza e prima del «volo» di Pinelli si assiste a una minirissa fra poliziotti e fermato. Poi la scena cambia e si vede Pinelli disteso nel cortile della Questura.

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Oh che bel castello…

“Il Castello” un film di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti

Un anno dentro l’aeroporto di Malpensa, un anno ad osservare la vita all’interno di un aeroporto intercontinentale da cui ne nasce un documentario, diviso in quattro capitoli,  che segue il ritmo naturale delle quattro stagioni: inverno (arrivi), primavera (sicurezza), estate (attesa), autunno (partenze).

 

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Contro il lavoro!

Asperimenti non solo osa mettere in dubbio la rivoluzione ma anche il mito del lavoro e dei lavorotori: Contro il lavoro!,…. Mettere in discussione il lavoro significa mettere in discussione il senso della vita. Il lavoro, infatti, concorre in modo prioritario a definire l’identità del singolo e il suo posto nel mondo. Eppure, nonostante questa invadente presenza nella vita e nei rapporti sociali, è ben lontano dall’esprimere la nostra creatività, impedendoci oltretutto di sperimentare relazioni più ricche e articolate. Nella società contemporanea, questa attività umana fondamentale è ormai solo uno strumento funzionale ai meccanismi della società dei consumi e ai suoi desideri indotti, che ci ha ridotti a zombi che lavorano freneticamente per consumare ancora più freneticamente.

consigli di lettura

philippe godard, contro il lavoro, elèuthera, milano, 2011.
gruppo krisis, manifesto contro il lavoro, derive e approdi, roma, 2003.
Paul Lafargue, diritto all’ozio, 1887