asperimenti

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Lo sguardo dalla torre

2° incontro Liberi Saperi

Giovedì 28 Giugno h 21.00 al Circolo dei Malfattori

Günther Anders, LO SGUARDO DALLA TORRE, ne discutiamo con il curatore Devis Colombo

Günther Anders (1902-1992) filosofo tedesco, scrittore, attivista e teorico del movimento antinucleare, è stato uno dei più radicali critici della civiltà tecnologica e della società dei consumi. Con l’avvento di Hitler al potere fu costretto all’esilio per motivi politici e razziali, diventando oppositore di ogni forma di totalitarismo. Non soltanto di quello fascista, a noi più noto, ma anche di ciò che Anders definisce “totalitarismo tecnologico”, a causa del quale gli uomini – asserviti a un sempre più crescente mondo delle macchine che determina la loro esistenza e il loro destino – smarriscono la propria autonomia, perdendo così la capacità di agire attivamente nella società e nella storia. Read the rest of this entry »

La forza dell’immaginazione e dell’imitazione: isole e derive culturali

di Fabrizio Eva

www.fabrizio-eva.info

L’immaginazione degli esseri umani è fervida e molto spesso si diventa ostaggio di essa.

Jim Giles in un articolo su New Scientist (tradotto da Internazionale del 23/29 luglio 2010, pp. 51-52), cita l’economista David Hirshleifer che nel 1993 ha scritto “più sentiamo o leggiamo una notizia e più la consideriamo vera”. Il meccanismo mentale per cui si crede che quello che è pensato o ripetuto continuamente sia vero può essere analizzato e compreso a partire dal concetto di meme, “egoista” come il gene, elaborato da Richard Dawkins (1995). Il meme-idea è “l’unità di trasmissione culturale o unità di imitazione” (ibid, p. 254), “una entità, il meme-idea, che è capace di essere trasmessa da un cervello all’altro” (ibid, p. 258) “l’imitazione, in senso lato, è il modo in cui i memi possono replicarsi” (ibid, p. 256).

In pratica un meme-idea è qualsiasi cosa che ci entra nella mente (e nella memoria), spesso senza che ce ne rendiamo conto, e che progressivamente si accumula per formare l’insieme delle nostre opinioni, convinzioni, valori, identità, percezioni, ecc. ecc.. Anche i nostri studi e le cose che impariamo (per nostra volontà o inconsapevolmente) si comportano come dei memi, e cioè tendono non solo a consolidarsi nella nostra mente, ma anche a replicarsi in altre menti grazie alla trasmissione (cosciente o no) che ne facciamo noi stessi con parole e azioni.

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Il ribelle

“Il Ribelle. Guido Picelli, un eroe scomodo” un film di Giancarlo Bocchi

Il documentario di Giancarlo Bocchi ricostruisce l’appassionante biografia di Guido Picelli la cui epopea non è ricostruita tramite la classica forma d’intervista, ma tramite l’assemblaggio di materiali di repertorio come fotografie, giornali, lettere e filmati d’epoca che opportunamente risonorizzati, vengono accompagnati dalla voce narrante di Valerio Mastrandrea e di Francesco Pannoffio, il quale interpreta la voce di Picelli.

Il lavoro di documentazione, che come forma di rappresentazione predilige quella visuale a quella scritta, è frutto di intense ricerche d’archivio sia in Europa che negli Stati Uniti e ha reso possibile il ritrovamento di pellicole inedite e documenti segreti. Il linguaggio così ottenuto, pur risultando epico, mira a creare una biografia che tramite parole ed immagini rende giustizia ad un rivoluzionario poco conosciuto, estraneo alle strategie e alle tattiche di partito, espressione di un sentimento popolare di rivolta sia nei confronti del fascismo mussoliniano che nel comunismo stalinista.

Più uomo d’azione che teorico, praticò a Parma quello che era stato teorizzato come fronte unico popolare, fondendo negli Arditi del Popolo le forze proletarie che andavano dagli anarchici ai popolari e, senza aspettare le direttive dei partiti si opposero, vincendo, alla spedizione guidata prima da Farinacci e successivamente da Balbo.

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Venerdì 11 maggio bandiera nera sull’Ucraina

venerdì 11 maggio h21 @Circolo dei Malfattori

Nestor Machno, bandiera nera sull’Ucraina con Mikhail Tsovma, storico russo

A poco meno di un secolo dagli eventi, è ora possibile ricostruire nella sua complessità la storia della Rivoluzione russa, al di là dei miti e dei racconti dei vincitori. Un’attenzione particolare, anche per le dimensioni del fenomeno, è stata data all’anarchico ucraino Nestor Machno e al movimento contadino, denominato machnovscina, che tra il 1917 e il 1921 coinvolse una vasta regione dell’Ucraina. Fu proprio questa grandiosa jacquerie libertaria la vera protagonista della rivoluzione in quella parte dell’ex impero russo. Per i suoi esperimenti di autogestione e democrazia diretta e per quella guerriglia partigiana che combatté vittoriosamente.

Ecco un contributo alla presentazione del libro Nestro Machno: bandiera nera sull’Ucraina

Mercoledì 9 maggio – storia di una strage e di un romanzo

mercoledì 9 Maggio 2012 h21 .00 @Circolo dei Malfattori
Piazza Fontana: una strage senza colpevoli: dalla realtà al “romanzo di una strage”
ne discutiamo con
Luciano Lanza giornalista, compagno di G. Pinelli nel gruppo “Ponte della Ghisolfa”, autore del libro “Bombe e segreti”
Claudia Pinelli figlia di Giuseppe Pinelli

via Torricelli 1 9 – mm2 romolo – tram 3 – bus 90
malfattori.noblogs.org – malfattori@inventati.org

12 dicembre 1969: strage alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano, 17 morti e quasi 100 feriti.
15 dicembre 1969: l’anarchico Giuseppe Pinelli viene defenestrato dal quarto piano della questura di Milano.
Le indagini della polizia sono a senso unico: il colpevole è Pietro Valpreda con gli anarchici complici, ma una grande
controinformazione contesta fin da subito queste falsità.
43 anni dopo un film, “Romanzo di una strage”, riapre la discussione in modo contraddittorio. Che cosa c’è di vero e di falso
nel film, quanto verosimile è il racconto che ne fa il regista, chi era veramente il commissario Luigi Calabresi e che ruolo ha avuto
nell’intera vicenda, che cosa resta da accertare di questa strage, dopo le conclusioni del giudice Salvini, che continua a segnare
drammaticamente la nostra storia? Queste sono alcune delle domande che verranno dibattute nel corso dell’incontro.
Di certo quel tragico 12 dicembre segna la fine di un periodo di grandi rivolgimenti culturali iniziato nel ’68 e contemporaneamente
l’inizio di una delle fasi più critiche dell’Italia repubblicana. Ma in questa storia ci sono vittime e carnefici, ben distinti, non
dimentichiamolo.

Fatti i libri tuoi!

Riproponiamo un’interessante intervista su autoproduzioni librarie e dintorni comparsa su A rivista anarchica.

GR: Mi piace sempre iniziare le interviste con qualcosa di surreale, e nel tuo caso ancora di più visto che andremo a parlare di creatività e arte. Siamo nel 2100, due esperti di restauro  durante lavori di ripristino della “ biblioteca Torricelliana ” sita nella Libera Comune dei Due Navigli scoprono un affresco nascosto dietro un grande armadio carico di scartoffie.. risalgono all’autore, un certo Federico Zenoni, che agli albori del nuovo millennio aveva affrescato questa parete con la sua, e dei compagni che all’epoca animavano il circolo dei Malfattori,  idea di Anarchia..cosa vorresti che sapessero i posteri di te?
FZ: Quello che vorrei che emergesse è questo: che cento anni prima ci furono persone che immaginavano un altro tipo di società; l’autore è solo un medium, un tramite tra l’idea ed il fruitore dell’immagine, almeno nell’arte figurativa, un po’ come per i geroglifici, una scrittura simbolica per fissare e poi veicolare dei concetti.
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Pure fiction – pura finzione?

Parole danzanti in un campo minato

Nell’era del benessere, dove le armi seduttive del dominio hanno raggiunto un livello tale di sofisticazione da far scambiare il godimento delle merci per la libertà; nella società della paura, dove l’irraggiamento della realtà massmediatica si sostituisce sempre più al confronto umano; nell’intimo della propria dimensione quotidiana, dove la frantumazione sociale ci fa stringere sempre più all’interno di una ristrettissima cerchia di privati e dove si è sempre più soli nell’affrontare un dominio che si getta fin nel profondo del nostro essere; qui – un qui che è ovunque –, la rabbia dell’oppresso, la frustrazione del bisogno, il vuoto di senso prodotto dalla mercificazione dell’esistente, si coagulano sempre più sotto forma di disagio di vivere: un disagio del quotidiano difficilmente percepibile come direttamente legato ad un processo passibile di critica, ad una più universale sfera ‘politica’ di decisioni e idee.
Una deflagrazione annunciata…

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2 Di-battito a cuore aperto

Credendo di fare cosa gradita, continuiamo nella pubblicazione del dibattito uscito su A-rivista anarchica.

Se qualcuno volesse proporre la sua riflessione o commento, può scriverci a esperimenti@paranoici.org; provvederemo presto a rispondere e diffondere.

Inizio subito esprimendo un’accordo di base con le idee e i concetti
espressi nell’articolo di Andrea Staid sullo scorso numero. Ovviamente
il fatto di essere d’accordo non mi impedisce di provare
a sottolineare alcuni punti critici, nel tentativo di tracciare i confini
del nostro ragionamento e, perchè no, di superarli. Andiamo con ordine…

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Movimenti sociali, uno sguardo antropologico.

1° incontro Liberi Saperi

sabato 28 aprile dalle 15 @Circolo dei Malfattori (a seguire aperitivo)

con Amalia Rossi, etnografia e antropologia dei movimenti sociali.

L’analisi di nuovi e vecchi movimenti sociali è stata a lungo
determinata da studi sociologici o politici che spesso non hanno
saputo cogliere aspetti come la specificità e la complessità delle
dinamiche interne ai movimenti e le controverse relazioni di potere
che stanno alla base di diverse forme di mobilitazione.

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Di-battito a cuore aperto

Riproponiamo nella sezione Cassetta degli attrezzi un dibattito iniziato su “A-rivista anarchica” che ci sta molto a cuore.

La società contemporanea apre scenari nuovi che pongono una serie di sfide.

Nel mondo globalizzato le forme sociali non riescono più a conservare a lungo la loro forma, si scompongono e si sciolgono più in fretta del tempo necessario a fargliene assumere una; ci troviamo di fronte a quella che Bauman chiama vita liquida.

Questo piccolo contributo vuole riflettere sulle possibilità di un anarchismo meticcio nella società moderna.